RISCHIO IMMOBILIARE, che cos’è e come calcolarlo
[25-02-2020]
RISCHIO
IMMOBILIARE, che cos’è e come calcolarlo
La crisi
congiunturale che caratterizza il nostro Paese dall’ormai lontano 2008 impone
riflessioni importanti sulla necessità di sviluppare percorsi e trend
immobiliari caratterizzati da un livello di rischio calcolabile e soprattutto
compresso.
Il rischio
principalmente connesso ad un’operazione immobiliare verte essenzialmente sulla
possibilità che la medesima iniziativa fallisca o che, in termini più
ottimistici, non consenta di raggiungere il profitto desiderato.
Il rischio
può essere quindi definito come la percentuale che un operazione immobiliare
fallisca o che più semplicemente non evidenzi le redditività programmate in
fase di pianificazione e realizzazione.
In un
contesto caratterizzato da modestissime possibilità di autofinanziamento e con
percorsi di ricorso al credito ormai contraddistinti da severe procedure di
rating, prima di sviluppare qualsiasi operazione immobiliare, occorre
confrontarsi con l’iniziativa in esame ed individuare – capillarmente – ogni
possibile criticità capace di incidere sull’iniziativa rallentandone i tempi,
dilatandone i costi di realizzazione e/o comprimendone i possibili ricavi.
L’analisi
delle tempistiche realizzative unitamente al più corretto bilanciamento tra
costi e ricavi diviene la conditio sine
qua non per poter avviare il medesimo processo immobiliare.
Il rischio
associato ad un’iniziativa immobiliare risulta indissolubilmente connesso al
parametro che il proponente l’investimento tende ad individuare come rendimento
minimo atteso.
La
procedura di analisi e quantificazione del rischio risulta quindi connessa a
tale ipotesi iniziale.
In termini
generali occorre evidenziare come, nonostante la fortissima crisi congiunturale
in atto, la maggior parte delle iniziative immobiliari tenda – ancora oggi - a
svilupparsi in assenza di una seria quantificazione del rischio correlato.
Se è vero
che non è possibile quantificare con assoluta esattezza la percentuale di
rischio incidente [specie in termini di contrazione economica] è pur vero,
invece, che allo stato attuale è possibile analizzare una filiera immobiliare
individuando, quanto meno, tutte le possibili alee di default e di crisi del
profitto correlato.
In altre
parole, mediante le opportune analisi, è possibile individuare i principali
limiti dell’operazione immobiliare, la possibile conflittualità della medesima
rispetto ad analoghe procedure già in itinere o in essere e, soprattutto, è
possibile individuare la più reale sovrapponibilità del bene in progetto con il
concreto desiderata del mercato di riferimento.
Il mercato
immobiliare, da sempre, è caratterizzato da cicli congiunturali relativamente
lunghi, con periodi di contrazione economica e finanziaria intervallati tra
ripetuti periodi di rialzi dei prezzi. Il percorso risulta sostanzialmente
connesso ai rapporti intercorrenti tra il quantitativo di beni offerti e il
quantitativo di beni richiesti.
Nel
mercato specifico interagisce anche l’oscillazione dei canoni è più in generale
l’equilibrio tra l’andamento dei redditi attesi e quelli ottenuti.
Il forte
rialzo immobiliare che ha caratterizzato il periodo 1996/2008 ha comportato la
progressiva sottovalutazione del rischio correlato al singolo investimento.
Più in
generale, il continuo dilatarsi del volume di contrattazioni accompagnato da
rapidi innalzamenti dei prezzi di vendita, ha sospinto il mercato immobiliare
in direzione di uno scambio domanda/offerta non correlato a puntuali
riflessioni in merito al reale valore intrinseco dei beni e alla reale potenzialità
reddituale dei medesimi immobili.
Il rischio
in un operazione immobiliare risulta diversificato e fortemente connesso alla
singola operazione. I margini di fallimento operativo risultano collegati a
fattori intrinsechi e estrinsechi, il profitto e la redditività dell’operazione
possono risentire di variabili locali o addirittura sopranazionali, possono
radicalmente mutare in ragione di fattori politici, macroeconomici, finanziari
ecc…
Molti dei
rischi dell’investimento immobiliare risultano connessi alla scarsa o mancata conoscenza del mercato,
all’assenza di un appropriata gestione della due diligence e alla completa non
conoscenza di una adeguata overview di mercato.
A quanto
sopra, spesso, si aggiunge un mancato approfondimento del quadro urbanistico, delle
condizioni intrinseche dell’immobile e di tutte le variabili esterne al cespite.
Il rischio
connesso all’operazione tende ad aumentare in modo direttamente più che
proporzionale rispetto alla dilatazione dei tempi necessari al conseguimento
del risultato.
Prima di
procedere con qualsiasi filiera operativa è quindi necessario confrontarsi con
le dinamiche temporali connesse alla realizzazione e a tutte le criticità
interagenti.
In questo
contesto e nel rimandare a testi specifici già pubblicati [F. Paglia,
Rischio e Rating Immobiliare, una guida per l’investitore ESSE LIBRI Napoli], preme
evidenziare come, preliminarmente a qualsiasi procedura operativa, occorra monitorare
e sviluppare il processo espositivo di tutte le criticità correlate
all’iniziativa e potenzialmente interagenti con il raggiungimento
dell’obbiettivo, incluso le necessarie riflessioni in merito ai costi sostenibile
e, come già visto, in merito alle tempistiche realizzative.
Come già
ampiamente accennato, il mercato immobiliare risulta fortemente influenzato da
fattori esterni difficilmente prevedibili. Il processo produttivo deve quindi
essere veloce e rispettare le tempistiche del mercato. Un ritardo nella produzione
del bene genera inevitabilmente tutti i rischi meglio evidenziati nella sopra
riportata slide. Il più importante tra tutti il possibile e concreto default
dell’operazione.
Di
difficile individuazione e stima anche le tempistiche necessarie agli iter
normativi e autorizzativi connessi all’operazione immobiliare. Il
disallineamento temporale tra l’ideazione del progetto e l’ottenimento di tutte
le autorizzazioni necessarie può infatti incidere direttamente sulla perdita
della condizione di mercato derivato inizialmente presente o, in termini più
dilatati può incidere sul disallineamento quantitativo e qualitativo dei beni
richiesti.
Tra le
criticità e le osservazioni necessarie in fase di asset management anche la
stima dei possibili attriti e conflitti sociali.
Sempre più spesso
la realizzazione delle grandi opere pubbliche o private risente dell’ingerenza
e dell’influenza di fattori sociali incidenti quali ad esempio: l’azione dei
diversi comitati spontanei appositamente costituitisi, l’opposizione di gruppi
spontanei ecc…
L’insorgere di
possibili conflitti sociali determina oltre al rallentamento procedurale anche
uno scostamento qualitativo del bene prodotto che, in concomitanza
dell’insorgere della tensione sociale tende inevitabilmente a perdere
percentuali di appeal e di
rispondenza al tessuto.
In questo
senso, compito dell’estimatore è quello di intervenire nella filiera
progettuale cercando di individuare con esattezza il prodotto da realizzare.
Quest’ultimo,
per meglio rispondere alle richieste della domanda deve essere costruito
tenendo conto delle attuali tendenze di mercato, delle possibili frizioni sociali e del possibile
sviluppo territoriale.
Le analisi da
svilupparsi risultano essenzialmente correlate al mercato immobiliare di
riferimento sia esso inteso in termini territoriali sia esso inteso in termini
economici.
Il prodotto
progettato deve inoltre rispondere esattamente alla richiesta dimensionale e
qualitativa del mercato.
Quanto sopra, per
il mercato immobiliare, significa produrre un bene capace di essere assorbito
rapidamente dal mercato generando quindi una conseguente contrazione
dell’esposizione finanziaria e un possibile aumento del profitto.
Il mancato
assorbimento del bene prodotto comporta, come già anticipato, l’insorgere di
costi gestionali che tendono a soddisfarsi unicamente sulla voce profitto.
Appare del tutto
evidente che il successo di un operazione immobiliare e, di conseguenza la
possibile compressione del rischio totale, risulti essenzialmente connesso ad
un’accurata analisi di tutti i fattori che possono interagire con lo sviluppo
immobiliare in fase di progettazione.
La necessità di
un accurata due diligence immobiliare, l’assoluta esigenza di conoscere e
approfondire un’adeguata overview di mercato finalizzata al miglior
dimensionamento economico e finanziario del tessuto territoriale di riferimento,
divengono le condizioni essenziali per meglio percepire la medesima opportunità
costruttiva.
La conoscenza
dell’imbalance intercorrente tra il
più probabile valore della struttura e il più modesto prezzo di assorbimento
sul mercato [tesi realistica in questo momento storico]
impone nuove riflessioni sul corretto bilanciamento del rapporto costi ricavi,
con inevitabili riflessioni sul corretto dimensionamento del profitto
operativo.
L’analisi del tenant specific risk aiuta il lettore a
meglio percepire le opportunità di guadagno correlate alla realizzazione di
immobili da porre a reddito, ma soprattutto aiuta l’imprenditore a meglio
percepire i rischi connessi alla messa a reddito dei beni immobiliari.
Il rischio, non
eliminabile dal contesto edile e immobiliare, può tuttavia essere studiato e
dimensionato con buone alee di correttezza.
Estratto da: F. Paglia “Il Rischio Immobiliare” EPC LIBRI, 2020
- Roma
In allegato la nostra brochure :
Alienazione dei beni dell’Ente,
Proposta operativa di affiancamento
in house
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