NEWSLETTER N°52 PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI PATRIMONIALI. Come trasformarlo in strumento di programmazione patrimoniale
[05-01-2014]
NEWSLETTER N°52 PIANO DELLE ALIENAZIONI E VALORIZZAZIONI
PATRIMONIALI. Come trasformarlo in strumento di programmazione patrimoniale
Come raggiungere l’ottimizzazione dei processi di dismissione
In
assoluta continuità con quanto legiferato negli anni precedenti, nell’estate
2008, il legislatore è intervenuto prendendo definitivamente atto della
necessità di semplificare le procedure di gestione e alienazione del patrimonio pubblico.
Su
tale presupposto si muove la legge in data 06.08.2008, n. 133 (pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21.08.2008 - Suppl. Ordinario n. 196) che ha
convertito, con modificazioni, il d.l. 25.06.2008, n. 112, recante disposizioni
urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la
stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
Tra
le tante novità introdotte dalla legge 133/2008 quella che ha di più
caratterizzato l’azione di tutti i Servizi Patrimonio degli enti locali è senza
alcun dubbio l’articolo 58 recante, come noto, le disposizioni in materia di “Ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, comuni ed altri
enti locali”.
L’articolo
58 dispone che ciascun ente (…regioni, province, comuni e altri enti locali), per procedere al riordino,
gestione e valorizzazione del patrimonio
immobiliare, debba preventivamente provvedere a redigere un “piano delle
alienazioni e valorizzazioni immobiliari”, ovvero un elenco nel quale inserire
i “singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non
strumentali all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di
dismissione”. Il piano, così redatto ed approvato con delibera dell’organo
di governo dell’ente, deve essere allegato al bilancio di previsione.
Naturalmente,
il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari riporta non soltanto l’inserimento di nuovi cespiti, classificati
come disponibili, in quanto non più funzionali alle attività istituzionali e
strategici per l’amministrazione provinciale, ma anche lo stato di attuazione dei piani di vendita e valorizzazione
già presentati negli anni precedenti e non ancora completati.
Purtroppo questo importantissimo strumento programmatorio
è stato percepito, nella quasi totalità degli Enti coinvolti, come un “mero
elenco” ove indicare i beni suscettibili di dismissioni con l’indicazione, al
fianco dei medesimi, del presunto valore di vendita.
In pratica, in moltissime situazioni, l’innovazione
legislativa non si è trasformata in una vera opportunità di programmazione
patrimoniale, ma più semplicemente il tutto si è ridimensionato in un allegato
che poco differisce dai dati precedenti già presenti nei vecchi bilanci è più
genericamente definiti come “proventi da alienazioni”.
Per converso, la volontà del legislatore era senza
alcun dubbio quella di conferire a tutti gli Enti interessati la grossa
opportunità di intervenire sulle alienazioni e valorizzazioni dell’Ente con un
vero e proprio strumento di programmazione e pianificazione strategica.
La crisi congiunturale che ha caratterizzato il
nostro paese negli anni successivi all’emanazione del D.L. 112/2008, unitamente
alla difficoltà di realizzare stime e
valutazioni di assoluto livello, ha
comportato l’ingolfamento dei piani delle alienazioni con un ripetuto e
continuo trascinamento dei beni invenduti con successivo ed inevitabile
disallineamento dei valori registrati dal reale prezzo di mercato.
In altre parole, in presenza di un mercato in
assoluta contrazione i nostri piani delle alienazioni hanno continuato a
registrare potenzialità di incasso non più allineate con la reale situazione
del paese.
A tale situazione occorre aggiungere una non rara
impreparazione degli Enti Locali nel predisporre accurate Due Diligence
Immobiliari imperniate sull’assoluta necessità di verificare [con largo
anticipo sull’alienazione del bene] il dimensionamento catastale, urbanistico,
vincolistico ed amministrativo dei cespiti inseriti nel piano delle
alienazioni.
In questo senso, emerge il vero e pesantissimo
limite di quasi tutti gli attuali piani delle alienazioni.
Moltissimi
degli elaborati in oggi approvati non sono in grado di evidenziare le criticità
operative che possono intervenire sull’alienazione dei beni inseriti.
Le Giunte, I Sindaci e i nostri Presidenti hanno il
diritto di poter prevedere oltre all’importo dell’operazione anche e soprattutto il momento temporale di
effettivo incasso.
Nei prossimi anni, gli enti territoriali saranno chiamati
ad abbandonare il bilancio di competenza per abbracciare, progressivamente,
funzioni ed operazioni fortemente connesse al flusso di cassa.
In tale contesto, i piani delle alienazioni come sopra evidenziati non risultano né
funzionali né utili al progresso dell’Amministrazione interessata.
Il piano delle alienazioni deve quindi superare il
meccanismo di semplice elenco dispositivo ed abbracciare il più largo contesto
di strumento di programmazione patrimoniale.
La Due diligence deve divenire un tassello
importante della nostra operatività patrimoniale. Non possiamo aspettare il
momento del contratto per procedere ad operazioni catastali, ottenimento di
nulla osta, ecc…
L’assenza di
tali certezze inficia l’appetibilità dei beni e ne comporta la modesta
appetibilità di mercato.
Trascinarsi per interi anni immobili inalienati,
caratterizzati da molteplici gare dichiarate deserte non risulta né razionale
né indicativo della reale potenzialità di incasso del nostro piano delle
alienazioni.
A distanza di qualche anno dalla prima applicazione
dell’articolo 58 occorre soffermarsi sull’effettiva credibilità del nostro
piano delle alienazioni.
Occorre, in altre parole, intervenire sul medesimo
piano con un ampissima revisione capace di sindacare la validità di ogni
singolo processo e capace, soprattutto, di sindacare ogni singolo valore
storicamente inserito.
Le stime realizzate nel corso del 2009, 2010 e
2011, in oggi, ha genericamente registrato deprezzamenti del 15% -25%. La crisi congiunturale dell’ultimo quinquennio
ha completamente scardinato tutte le riflessioni estimative redatte nel periodo
2009/2012.
Occorre riflettere immediatamente sulla validità
delle cifre inserite in tutti i nostri piani delle alienazioni.
Occorre trovare il coraggio di segnalate tutti i
cespiti che per destinazione, dimensione e/o condizioni intrinseche, negli
ultimi anni, sono stati trascinati a margine del mercato immobiliare.
Occorre
intervenire ridisegnando tutti i piani delle alienazioni precedentemente
approvati individuando nuove valutazioni e nuove strategie di intervento.
La nostra società, da moltissimi anni, si distingue
per riuscire a proporre a qualsiasi Ente accurati
processi di programmazione patrimoniale capaci di saper valorizzare ogni
singolo cespite.
Le nostre valutazioni, comprensive anche dei
necessari rating immobiliari [studio dell’appetibilità di mercato del singolo
bene con conseguente analisi della percentuale di default dell’operazione
immobiliare], dal 1987, aiutano gli Enti pubblici ad ottenre il miglior
risultato in ogni filiera immobiliare.
Le diverse pagine del nostro sito contengono
proposte economiche afferenti qualsiasi criticità operativa. Inoltre i nostri
uffici rimangono a disposizione per concertare qualsiasi specifica consulenza.
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