Piano delle alienazioni: dal semplice elenco alla programmazione patrimoniale
[07-04-2021]
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Piano delle alienazioni:
dal semplice elenco alla programmazione patrimoniale
Il
comma uno dell’articolo 58 così come modificato in sede di approvazione recita
testualmente che “Per procedere al
riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio
immobiliare di Regioni, Province, Comuni e altri Enti locali, ciascun ente con
delibera dell'organo di Governo individua redigendo
apposito elenco, sulla base e nei
limiti della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici, i
singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali
all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di
valorizzazione ovvero di dismissione. Viene così redatto il piano delle
alienazioni e valorizzazioni immobiliari allegato al bilancio di previsione”.
Indubbiamente,
la frase aggiunta in sede di discussione parlamentare “redigendo apposito elenco”, nel tempo, ha contribuito, non poco, a
ridimensionare la valenza programmatoria e strategica del Piano delle
alienazioni e delle valorizzazioni.
Moltissimi
enti hanno quindi recepito l’articolo di legge come un semplice aggravio alla
già pressante modulistica richiesta.
La
necessità di costruire un Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni da
allegare al bilancio di previsione dell’ente, le ridotte tempistiche a
disposizione, la cronica carenza di personale a disposizione (sia in termini
qualitativi che numerici), la poca comprensione della norma, l’assenza di
adeguati chiarimenti a livello centrale e/o locale hanno, nel loro complesso,
fortemente ridimensionato la valenza storica e soprattutto programmatoria del
documento.
In pochissimi casi l’elenco di cui sopra ha infatti superato la
semplice definizione e limitatezza di ELENCO nudo e crudo. In pochissimi casi i
documenti prodotti hanno superato il concetto di mero obbligo proponendo agli
uffici interessati la ricchezza di dati e di analisi necessarie alla
pianificazione strategica dell’intervento patrimoniale.
In
questo senso, occorre avviare un azione coordinata che ponga alla base del
sistema un adeguata programmazione patrimoniale finalizzata alla
razionalizzazione delle risorse e al superamento di quanto non più funzionale.
Il piano delle alienazioni non
può quindi essere individuato come semplice elenco. Se così fosse non si
sarebbe creato nulla di diverso rispetto a quanto già previsto da precedenti
normative.
La
forza scardinante della nuova norma risiede soprattutto nello spirito
programmatorio e strategico del medesimo piano.
Se
vogliamo, l’elenco proposto, deve quindi essere solo l’atto finale della nostra
programmazione, il compendio, il riassunto della nostra pianificazione
patrimoniale.
Un corretto piano delle alienazioni e delle valorizzazioni deve
andare oltre ed elencare, sviscerare, illustrate anche tutte le problematiche
che possono interagire con la dismissione o valorizzazione programmata.
Il Piano delle alienazioni e delle valorizzazioni è quindi il
primo documento utile con cui confrontarci e pianificare il nostro obiettivo.
Occorre quindi che tale documento assuma i contenuti necessari
all’istruttoria definita.
Banalmente, si potrebbe dire che il solo elenco di cui
all’articolo 58 ci dice quanto incasseremo,
ma purtroppo non ci dice se incasseremo e soprattutto quando incasseremo.
Da questo punto di vista, è opportuno che le amministrazioni non
si limitino ad una mera elencazione di beni immobiliari suscettibili di
valorizzazione. La ricognizione delle proprietà immobiliari può consentire la
razionalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche soprattutto se individuata
come uno strumento di pianificazione strategica di medio periodo.
L’obiettivo dell’ente locale, più che sul concetto di “elenco”,
dovrebbe infatti focalizzarsi su quello di “piano”. O ancora meglio, di “piano
strategico”, dove la valorizzazione degli immobili possa costituire una leva da
utilizzare per il finanziamento delle iniziative di sviluppo.
In questo senso compilare un piano delle alienazioni e delle
valorizzazioni patrimoniali impone serie riflessioni in merito a:
1.
Conoscenza del mercato
immobiliare, alle sue aspettative, alle matrici di maggiore interesse e ai cluster maggiormente veicolabili [le
destinazioni d’uso maggiormente appetibili].
2.
Potenzialità urbanistica
del bene da alienarsi o valorizzarsi, eventuali possibilità di cambio di
destinazione d’uso e compatibilità delle potenzialità urbanistiche con le
richieste del mercato.
3.
Valutazione economica
già impostata sull’ipotetico cambio di destinazione d’uso possibile.
4.
Valutazione delle alee di
incertezza architettonica, strutturale, dimensionale e reddituale inerenti la possibile
modifica della destinazione d’uso.
5.
Analisi dei LAG Time di
alienazione del bene [inserire un cespite nel Piano delle alienazioni NON
significa percepirne l’effettiva e certa vendita].
6.
Analisi del mercato di
riferimento [geografico, societario, imprenditoriale, conduttivo, ecc…]
In assenza delle verifiche sopra individuate il piano rischia di
rimanere sterile e soprattutto, con ogni probabilità, le gare diverranno
infruttuose e/o deserte.
Ogni bene deve
essere quindi stimato e valutato in compresenza di tute le verifiche sopra
accennate.
La nostra società
rimane quindi a disposizione per aiutare ogni ente in direzione della più
corretta pianificazione patrimoniale.
Per contatti : info@pagliaeassociati.it telefono 0106512078 contatti urgenti 371 370 0396 - 339 85 888 71
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